Anno "C" - S. Luca Evangelista
Il 1° dicembre 2024 - 1a Domenica d'avvento
avrà inizio il nuovo anno liturgico
"Anno C secondo San Luca"
Chi è Luca?
Luca era nato ad Antiochia da famiglia pagana, ed esercitava la professione di medico.
Ad Antiochia, Luca aveva conosciuto Paolo di Tarso, qui condotto da Barnaba per formare alla fede la nuova comunità composta da ebrei e pagani convertiti al cristianesimo.
Luca diventa discepolo degli apostoli e Paolo lo cita in alcune sue lettere, chiamandolo "compagno di lavoro" (nella lettera a Filemone) e indicandolo nella Lettera ai Colossesi come "caro medico". Mentre in un duro carcere attende il supplizio, Paolo scrive a Timoteo che tutti ormai lo hanno abbandonato, eccetto uno: "solo Luca è con me". E questa è l’ultima notizia certa dell’evangelista.
Luca sente parlare per la prima volta di Gesù nel 37 d.C., quindi non ha mai conosciuto Gesù se non tramite i racconti degli apostoli e di altri testimoni: tra questi ultimi dovette esserci Maria di Nazareth, cioè la madre di Gesù, poiché le informazioni sull'infanzia di Gesù che egli ci riporta sono troppo specifiche e quasi riservate per poterle considerare acquisite da terze persone. Inoltre è l'unico evangelista non ebreo. Il suo emblema era il toro, ovvero il vitello o il bue, secondo varie tradizioni e interpretazioni.
Morì all'età di 84 anni e sarebbe stato sepolto a Tebe (Grecia), capitale della Beozia.
La figura di Gesù tratteggiata da Luca è ricca e articolata e, ovviamente, nelle sue linee fondamentali è comune anche agli altri vangeli. Tuttavia ci sono sottolineature particolari, come ad esempio l’universalità, la predilezione per i poveri, la misericordia e il perdono. Uomo di chiesa e di tradizione, Luca è anche uomo dai vasti orizzonti e di delicata sensibilità, specialmente nei confronti dei peccatori, degli emarginati, dei pagani e dei poveri.
Meditiamo il Vangelo di Luca
Cosa ha di speciale il Vangelo di Luca? Luca si trovava in una condizione simile alla nostra, ossia era un discepolo di Gesù che non aveva mai conosciuto di persona il Maestro, ma aveva creduto alle parole di coloro che lo avevano incontrato. Abbracciata la fede in Cristo, Luca raccolse quante più informazioni possibili su Gesù.
Le fonti a cui attinse per scrivere il suo Vangelo furono principalmente tre: il Vangelo di Marco, i lòghia (ossia i “detti” di Gesù) e infine i racconti relativi all’infanzia di Gesù derivanti da altre tradizioni a lui note. La grande originalità del suo racconto è da ricercarsi principalmente nella profonda rielaborazione che Luca operò nell’organizzazione del materiale e nella sua strutturazione. Il Vangelo di Luca è letto in modo continuo nella liturgia domenicale dell’anno C. Ma la sua presenza è rilevante in ogni anno liturgico, sia all’interno della celebrazione eucaristica, nella Liturgia della Parola, sia nella Liturgia delle Ore. Se poi si tiene conto anche degli Atti degli apostoli, è davvero impressionante l’impatto dell’opera lucana nella celebrazione della salvezza e, di conseguenza, nella spiritualità di tutta la chiesa.
- Vangelo della misericordia per la costante sottolineatura dell’amore per Dio e per il prossimo che ogni credente deve avere, e la grande importanza attribuita alla preghiera nella vita del cristiano al cospetto di un Dio la cui misericordia è infinita.
- Vangelo dei poveri per lo stesso interessamento misericordioso offerto a tutti i poveri e umili. Questo spirito si manifesta chiaramente nei racconti dell’infanzia, nei quali i poveri e gli insignificanti sono scelti per i più grandi privilegi: la coppia sterile, Zaccaria ed Elisabetta; Maria e Giuseppe scelti tra oscuri nazareni; i pastori della campagna; un vecchio e una vecchia vedova al tempio. Luca conserva questa grande stima per la povertà di fatto nelle beatitudini, nello scrivere “beati voi che siete poveri”. Egli inserisce l’intero testo di Isaia che riguarda i poveri ai quali sarà predicato il vangelo.
- Vangelo dell'assoluta rinuncia per il fatto che Luca oltre che presentarci un Gesù amico dei poveri, dei peccatori, degli ultimi, ci mostra anche un Gesù esigente nella sua sequela e nei suoi insegnamenti.I discepoli devono lasciare ‘tutto’. Di riscontro, un’altra asserzione, propria al solo Luca, insiste sulla dedizione totale a Gesù. Soltanto Luca aggiunge la parole ‘moglie’ alla lista di ciò che ad alcuni verrà richiesto di abbandonare per amore del regno. Ancora, dove Matteo scrive “accumulatevi dei tesori nel cielo”, “vendete quello che possedete e datelo in elemosina”. Luca estende la sopportazione della croce dal singolo momento escatologico alle continue sofferenze della vita di ogni giorno. La realtà della sofferenza e della rinuncia sono presentati come mezzi per attuare il compimento glorioso, viene sottolineata dalle ripetute affermazioni che Gesù ‘deve soffrire’.
- Vangelo della preghiera e dello Spirirto Santo poichè tale distacco e tale rinuncia sono possibili perché Gesù e i suoi discepoli sono presentati in un continuo impegno verso Dio in questo “Vangelo della preghiera e dello Spirito Santo”. Luca ci raffigura Gesù in preghiera prima di qualsiasi tappa importante nel suo ministero messianico: al suo battesimo; prima della scelta dei Dodici; prima della professione di fede di Pietro; alla trasfigurazione, prima di insegnare il “Padre Nostro”; nel Getsemani. Gesù era il maestro della preghiera e insistette con frequenza che anche i suoi discepoli fossero uomini di preghiera. Luca allude ininterrottamente al ruolo dello Spirito; ne parla come del dono per eccellenza. Concesso nel passato ai Giudici dell’Antico Testamento questo Spirito è ora inviato a Giovanni Battista e ai suoi genitori. Gesù è concepito per opera dello Spirito Santo ed egli stesso è ripieno di Spirito Santo. Ciò che avvenne per Gesù deve continuare ad avvenire per la Chiesa.
- Vangelo della gioia messianica poichè lo Spirito, posseduto da Gesù, irradia gioia e pace fra tutti coloro che lo ascoltano. Luca scrisse il “Vangelo della gioia messianica”. Vari termini greci che esprimono la gioia o l’esultanza ricorrono con notevole frequenza. Una lettura sia pure affrettata dei singoli vangeli lascia l’impressione che Matteo abbia un’impostazione seria e quasi maestosa, Marco il candore non impegnato di un diario, ma Luca trabocca di gioia non appena la persona si è resa conto della realtà stupenda che si è attuata. Più di qualsiasi evangelista, Luca riporta l’ammirazione delle folle che seguivano Gesù. Questo spirito di gioia diffuso tra la gente è l’adempimento della promessa di Gesù che i suoi seguaci saranno “felici” e “fortunati”.